The New Museum
Immaginate di imbattervi, esplorando le sale del Louvre o del British Museum, in un’ala dedicata a una sconosciuta civiltà del passato. Ad esempio la mitica Atlantide. Allo stupore per questa improvvisa scoperta si accompagnerebbe, con ogni probabilità, la sensazione di riscontrare alcune affinità e assonanze con i manufatti di popoli e mondi già noti.
E' l'impressione che si ricava aggirandosi in "The new Museum", un "favoloso" Musée de l’Homme nelle cui teche albergano statue il cui soggetto è la rappresentazione della figura umana. Volti e corpi che risalgono a epoche e regni di un passato immaginario e stranamente plausibile. Dove la sorpresa iniziale si moltiplica nello scoprire che queste forme sono realizzate a partire da oggetti trovati, a loro volta frutto della mano dell'uomo.
Immagini intrise di memoria, allo stesso tempo remota e attualissima. Quasi a indicare che la preistoria potrebbe essere la nostra avanguardia. In una ricerca che non si limita a esplorare le forme, ma anche i motivi che da sempre hanno indotto gli essere umani a raffigurare se stessi.
"Marco Barina sembra proprio voler ridisegnare un nuovo e immaginifico mondo attraverso un bagaglio di effigi che conserva nel proprio immaginario ma che ricostruisce, di volta in volta, in una storia dell’arte scandita da culture e etnie lontane, diverse tra loro, ma tutte magicamente testimoni di un perduto mondo alchilico."
Anna Mattirolo, Assembling worlds
"Barina trova già fatte delle cose… Ma con quelle ne crea delle altre, impreviste, bellissime e insieme leggibili e misteriose".
Maurizio Ferraris, Le mummie di Barina
"Queste sculture sembrano sorgere dal buio".
Valerio Magrelli, Il potere dello sguardo
